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TE C’HANNO MAI MANNATO …. Note su CEDOLARE SECCA

14 Febbraio 2013 in PRIMO PIANO

Leggo in mattinata (vedi) di ulteriore caos sulla cedolare secca.

Nulla di nuovo sul fronte occidentale.

I nostri legislatori e gli interpreti (Agenzia Entrate) sono ormai noti per riuscire a creare caos e confusione anche su situazioni semplici; la cedolare secca ne è solo un esempio.

Ricordiamo che la cedolare secca altro non è che una banale tassazione “flat” (tassa piatta) cioè ad aliquota unica che si può applicare, a richiesta dei proprietari, sui contratti di locazione ad uso abitativo.

Si trattava pertanto esclusivamente di disciplinare le modalità di versamento e di opzione.

Se provate a leggere le circolari e risoluzioni dell’Agenzia Entrate (qui) rischiate di prendervi un esaurimento nervoso, per infine giungere alla conclusione di non avere capito come fare.

Dal mio piccolo punto di vista di operatore avrei così disposto:

  • Per i nuovi contratti l’opzione si esercita direttamente all’atto di registrazione (e la norma è già così e fino qui facile);
  • Per i contratti già esistenti l’opzione si esercita esclusivamente nel modello Unico o nel 730 nel quale andrà integrato il quadro RB dei fabbricati per permettere l’indicazione dell’identificativo catastale dell’immobile e l’esercizio dell’opzione stessa; l’opzione dura fino alla scadenza del contratto di locazione o fino a revoca da esercitarsi con le medesime modalità;
  • Nessuna raccomandata vincolante deve essere fatta al conduttore poiché la norma ha solo carattere fiscale agevolativo e non muta le pattuizioni contrattualmente già esercitate. Il proprietario informerà, in qualunque modo, il conduttore del fatto che l’imposta di registro non deve essere più versata.
  • Continuano ad applicarsi gli adeguamenti Istat al contratto come pattuiti.
  • Resta comunque valido il comportamento concludente del proprietario il quale, se ha versato con la cedolare secca, ha di fatto optato per tale forma di tassazione.

Se si vogliono dare agevolazioni agli inquilini basta solo stabilire la possibilità di portare in detrazione il canone di locazione pagato (o parte di esso), senza complicare la vita mischiando adempimenti civilistici con quelli fiscali.


Ho semplificato troppo? Forse, ma ritengo che con poche altre regole si sarebbe potuta gestire MOLTO meglio l’intera vicenda.


Invece siamo qui, dopo due anni, a non avere capito come fare le opzioni, a dubitare se quelle fatte siano valide o meno, a non sapere se il ravvedimento operoso si può fare o no, di come funzioni la remissione in bonis, ad accorgersi che ogni ufficio dell’Agenzia delle Entrate ha delle proprie direttive interne totalmente diverse le une dalle altre!

E quando arriveranno le prime sanzioni? Chi risponderà degli errori? Certamente non l’Agenzia Entrate.

Basta! E’ ora che gli incapaci che si occupano di queste cose siano destinati ad altre funzioni e, rifacendomi al titolo di questo post, ad altri paesi.


Non ci possiamo più permettere, nel 2013, di sprecare tempo e denaro (perché gli adempimenti costano e le sanzioni pure) per osservare delle norme che potrebbero essere gestite in maniera palesemente molto più semplice.

Il fatto che la cedolare secca non abbia poi prodotto i risultati sperati in termini di gettito e di maggiore emersione di contratti di locazione è una ulteriore aggravante.

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